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Arieggiare il prato

In questi primi giorni di Marzo vedo che è iniziata la corsa ad “ARIEGGIARE” i prati.

Non vi nascondo che rimango un pò perplesso, visto che le temperature ancora non sono propriamente idonee alla ripresa vegetativa delle varietà che compongono il 90% dei prati nelle nostre zone. Nel Chianti oggi 7/3/22 avevamo circa 7°C nel suolo.

Cos’è l’arieggiaturà?

Arieggiare: eseguire operazioni meccaniche con lo scopo di fare circolare meglio l’aria e quindi anche l’acqua e gli elementi nutritivi nel terreno.

Le cause per cui non ci sono le condizioni per il ricircolo di aria e acqua sono sostanzialmente due.

  • La presenza di “Feltro”. Uno strato di erba e radici morte non decomposte che creano una sorta di cuscinetto tra il suolo e il filo dell’erba
  • Compattazione del terreno. Nel Chianti dove opero questo fenomeno è dovuto alla morfologia del terreno, più adatto ad ospitare la vite che non un pratino, prevalentemente argilloso.

Come si procede ad Arieggiare?

SFELTRATURA

Per asportare il feltro viene usata una macchina con delle molle che girando portano in superficie lo strato di erba e radici non decomposto eliminando il cuscinetto formato tra suolo e filo d’erba. Questa è una pratica molto superficiale che non provoca danni ai cespi di erba.

VERTICUT O SCARIFICA DEL SUOLO

Questa operazione è un’incisione dei primi strati di terreno e quindi anche dei cespi di erba. La macchina usata è la stessa che serve per sfeltrire, ma al posto delle molle ci sono lame mobili che oltre ad asportare il feltro incidono anche i cespi dell’erba. Ecco, facendo ciò si crea stress alla pianta e, se le temperature non sono idonee alla fase vegetativa, si rischia di creare più un danno che un beneficio. Questa pratica è seguita dalla prima concimazione annuale, ma il rischio è quello di avvantaggiare le erbe infestanti come la “poa annua”.

“Arieggiatura prato”………. no questa è operazione di scarifica dopo infestazione da “setaria Glauca” segue una trasemina. Operazione eseguita alla fine di Settembre

Prima di eseguire questa pratica, si dovrebbe conoscere le varietà che compongono il nostro tappeto erboso, capire se in effetti c’è del feltro e sopratutto monitorare la temperatura dell’aria e del suolo (temperatura ottimale tra 15 e 25 gradi). La fretta non è amica del giardiniere…….. e mentre tutti i miei colleghi corrono dietro “l’arieggiatore”, e conoscendo le macchine che ho visto usare stanno eseguendo un verticut, NesiGiardini prende la temperatura del suolo e decide di aspettare.

BIOSTIMOLANTI PER IL RISVEGLIO DEL PRATO

Aspetto, ma intanto mi preoccupo di stimolare il risveglio del prato con prodotti naturali che aiutano anche la normale decomposizione del feltro e, se proprio dovrò fare un arieggiatura, opterò, vista la situazione dei suoli del Chianti, per una soluzione più profonda: una più efficace carotatura.

CAROTATURA DI UN PRATO

Nel Chianti il problema maggiore è la compattazione del terreno e la carotatura mi permette di creare tanti buchi nel prato, buchi che riempirò con sabbia silicea: cosi facendo, migliorerò la struttura del terreno e il ricircolo di aria, acqua e sali minerali a livello radicale.

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